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News: L'ESPRESSO:BRUNETTA NON TI CREDIAMO PIU'
Inviato da: 48 di Martedì, 24 Maggio 2011 - 08:58 AM |
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L'ESPRESSO:
Brunetta, non ti crediamo più
di Alessandro Gilioli
Sono dieci anni che Berlusconi e i suoi fanno promesse sempre più mirabolanti sullo sviluppo della Rete in Italia. Ultima, quella dell'WiFi alle elementari. Ma finora non ne hanno mantenuta neanche una. E l'Italia è al medioevo digitale
(23 maggio 2011) Renato BrunettaEra la primavera del 2001 quando Silvio Berlusconi si inventò le "tre i", impresa, inglese e Internet: oggi siamo in fondo a tutte le classifiche sulla penetrazione della Rete, appena scesi dal 38 al 51 posto al mondo nel rating del World Economic Forum e penultimi nella Ue per banda larga. Era invece il 18 ottobre 2009 quando il ministro Renato Brunetta promise "almeno due mega per ogni cittadino entro la fine del 2010": la scadenza è passata e i due mega non si sono mai visti. Era, infine, il 5 novembre del 2009 quando Paolo Romani garantì lo sblocco "entro poche settimane" degli 800 milioni di euro accantonati per lo sviluppo di Internet: spariti per sempre poco dopo.
Con questi precedenti, fa sorridere l'ultimo annuncio di Brunetta - ancora lui - secondo il quale "entro la metà del 2012 tutte le scuole elementari italiane avranno l'WiFi": alla scadenza mancano 400 giorni e nelle primarie non c'è neppure la carta igienica, figuriamoci la Rete senza fili.
Ma mentre l'esecutivo si trastulla così, ci stiamo avviando verso quello che uno studioso del Web, Peter Kruger, definisce "il tracollo digitale italiano": oggi l'Italia è l'unico Paese al mondo, insieme con Libia e Somalia, a essere priva di un piano governativo per la Rete. E Palazzo Chigi non ha nemmeno degnato di una risposta i 22 mila professionisti, imprenditori, docenti e ricercatori che tre mesi fa hanno sottoscritto l'appello per un'agenda digitale italiana.
Anche questo è, probabilmente, il frutto del "tirare a campare" dell'attuale governo. Che ha una propensione al nuovo pari a quella di un casa di riposo e il futuro più lontano a cui sembra guardare è la settimana prossima.
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